TRE MESI DI SPERANZE
Trovarsi all’improvviso segregati in casa con l’ordine di non rientrare a scuola, ma di lavorare con i nostri ragazzi, è stata una sensazione strana che si è materializzata progressivamente nei giorni seguenti. Mi sono domandata: e ora cosa faccio, come mi organizzo, mi è stato detto di fare lezione a distanza e questo mi ha messo in crisi. Al massimo uso il mio telefonino per qualche chiamata e per vedere qualcosa in internet, ho in mano il registro elettronico, che mi fa sentire spesso proprio ignorante. Aiuto!, è stato il mio grido. Qualche collega e soprattutto qualche alunno mi ha fatto da insegnante. E’ da una vita che insegno al Cavanis. Mi è sembrato di ritornare al primo giorno di scuola. Le prime video-lezioni, le ore di preparazione per non fare brutta figura, i ragazzi che ogni mattina mi incontravano sul tavolo della mia cucina e… se è difficile farli stare attenti a scuola immaginarsi in questa situazione. I ragazzi hanno preso tutto per gioco e le prime settimane erano contenti, ma con il passare del tempo è arrivata la stanchezza e la voglia di finire quanto prima questa esperienza. Cosa mi lascerà, cosa ci lasceranno questi tre mesi? Cosa dirò tra qualche anno ai miei nipotini? Ora mi resta molta confusione in testa e soprattutto tanta voglia ritornare alla normalità. Un’ Insegnate scuola media
È stato un momento particolare ritrovarsi davanti la nostra Chiesa di Sant’Agnese in Venezia dove è nata la Congregazione delle Scuole di Carità – Istituto Cavanis, lontani uno dall’altro in attesa di entrare per chiudere l’anno scolastico con la tradizionale Messa di fine d’anno. Ma c’era solo la mia classe, quinta elementare dell’anno scolastico 2019/2020, con alcuni genitori e la maestra. Mi sono reso conto come è stato strano questo periodo dove non siamo mai venuti a scuola e ci hanno fatto fare lezione nelle nostre case. In chiesa lontani uno dall’altro, almeno 4 m, e un banco sì e un banco no. Però riuscivamo anche a scherzare e chiacchierare come al solito, eravamo insieme. Solo il Padre Gigi è riuscito a portare ordine e incominciare la preghiera. È ritornato il silenzio e ci siamo messi a pregare. Mi è presa una nostalgia anche perché non verrò più ai Cavanis, i miei genitori mi hanno fatto capire che i tempi
sono duri e bisogna fare sacrifici economici. Questa pestilenza penso che mi lascerà qualcosa di strano, un anno di scuola fuori del normale, le giornate che non finivano mai, il non giocare più con qualcuno e litigare spesso con mia sorella più piccola, gli occhi lucidi della maestra e l’uscire dalla Chiesa verso il cortile con in mano una bottiglietta e un pacchettino di patatine che ci hanno distribuito alcuni genitori per un saluto finale sempre lontani gli uni dagli altri. Accidenti a questa pandemia! Ma il Padre in chiesa ci ha detto di far tesoro di questa esperienza per il nostro futuro, Ci proverò. Un ragazzo di 5^ elementare
Cosa possiamo dire di nuovo su questo incredibile anno 2020, che non sia già stato detto e ridetto? Se solo pochi mesi fa qualcuno mi avesse chiesto di attivare e mettere a regime la didattica a distanza in tre settimane, l’avrei preso per pazzo o visionario. Invece, contro ogni previsione, è stato possibile, perché quando serve le risorse dell’Uomo sono davvero infinite. Tutti in nostri insegnanti e le nostre instancabili ragazze dell’amministrazione hanno dato molto più di quanto gli venisse richiesto e molto molto più di quanto fosse dovuto. Non posso ridurmi a definirlo come un “ottimo lavoro di squadra” perché non è stato solo questo: è stato dedizione, disponibilità, maturità, orgoglio e amore verso il proprio lavoro e verso i ragazzi. E che dire proprio di loro, dei nostri ragazzi, delle ragazze e delle loro famiglie? Riuscire a chiudere l’anno scolastico senza aver perso un’ora è davvero un grande successo di tutti e in particolare dei nostri studenti che non hanno mai mollato, anche nei momenti più difficili. Certamente qualche defaillance c’è stata, com’è ovvio, se è vero, come è vero, che più d’uno dei nostri professori ogni mattina si dedicava a “buttare giù dal letto” i ritardatari e a ricordare l’importanza di partecipare alle lezioni; ma è altrettanto vero che per alcuni la formazione a distanza è stata un’occasione di riscatto e di recupero di un anno scolastico iniziato in maniera disastrosa. Insomma, grazie ragazzi e grazie a tutti: lo spirito Cavanis è venuto fuori anche questa volta per dire con forza “noi ci siamo e continueremo ad esserci”. Un Dirigente della scuola